Intervista al dott. Daniele De Falco Alfano - "OBIETTIVO PREVENZIONE DONNA" diretta Zoom 02/05/2020

Presentazione
Ben trovati, mi chiamo Daniele De Falco Alfano, sono un Medico Radiologo Senologo, ossia dedicato alla diagnosi di patologie mammarie, quali in primis i tumori al seno.

L'importanza della prevenzione
La prevenzione è importante perché il cancro al seno è il cancro più frequente nella donna, sia in termini di nuove diagnosi che di decessi per causa oncologica. L’azione sulla prevenzione primaria, sebbene fondamentale risulta in parte limitata, perché se da un lato possiamo
tenere sotto controllo il peso corporeo, evitare fumo, alcol e contraccettivi, dall’altro non possiamo modificare l’assetto genetico né tanto meno anticipare l’età della prima gravidanza al fine di anticipare il completamento dello sviluppo mammario e ridurre pertanto il rischio di insorgenza di tumore al seno. Pertanto i controlli di prevenzione secondaria, che hanno lo scopo di far scoprire il prima possibile il tumore che è già insorto, risultano ad oggi l’arma più efficace contro il tumore stesso. Più piccolo è il tumore più efficace e meno esteso sarà il trattamento.

I controlli di prevenzione e l’importanza della stessa in termini di successi terapeutici in guarigioni a lungo termine
I controlli vengono oggi diversificati per profilo di rischio. Dalla pubertà si raccomanda l’autoesame, da eseguire dopo la fine del periodo mestruale, quando la ghiandola è meno stimolata dagli estrogeni.
Non solo palpazione ma anche abituarsi a guardarsi periodicamente allo specchio per verificare la regolarità dei piani cutanei, del complesso areola-capezzolo, l’eventuale comparsa di asimmetria (cioè mammelle di diversa dimensione), di fossette ossia di retrazioni della cute.
Nella popolazione generale I primi controlli strumentali dovrebbero iniziare a 30 anni. In questa fascia di età l’ecografia, che sfrutta gli ultrasuoni e non le radiazioni, rappresenta la metodica strumentale di prima scelta. Dai 40 ai 49anni è fortemente raccomandata una mammografia annuale, cadenza che ha dimostrato di ridurre la mortalità di un 20%. Dai 50 anni invece la mammografia è consigliata ogni due anni, intervallo che si associa al miglior rapporto rischio,
legato all’esposizione a radiazioni/ e benefico di diagnosi precoce.
Nelle regioni dove è in vigore il programma di screening mammografico le donne vengono invitate a sottoporsi gratuitamente a mammografia biennale dai 50 ai 69aa. Le regioni più virtuose, come l’Emilia Romagna hanno esteso tale programma alle donne dai 45 ai 49aa, dove viene mantenuta la cadenza annuale consigliata dalle raccomandazioni scientifiche internazionali, e dai 70 ai 74
anni con una cadenza biennale.
I casi familiari, invece, devono sottoporsi a controlli più intensivi decisi in base a quello che è il Life time risk, cioè il rischio di sviluppare il tumore al seno nell’arco della vita, e che calcoliamo sulla base dei fattori di rischio del paziente. In questi casi i controlli partono da 25 anni, possono
prevedere anche l’utilizzo della risonanza magnetica come indagini di primo livello data la superiorità che ha dimostrato tale metodica in termini di diagnosi precoce in questo particolare tipo di pazienti.

Parlando di screening mammografico Quando riceviamo un invito quali potrebbero essere i motivi
 per rinviare il controllo e come comportarci?
Ad esempio in caso di gravidanza/allattamento o nel caso in cui si è già provveduto ad effettuare un esame mammografico prima dell’invito. In caso di gravidanza o in caso di presunta gravidanza la mammografia va eseguita solo su richiesta specialistica in caso di sospetto. In corso di allattamento invece non vi è una vera e propria controindicazione ma bensì una forte
limitazione di quella che è la sensibilità diagnostica dell’esame, e cioè la capacità dell’esame di individuare la lesione. L’incremento della componente liquida dei tessuti maschera infatti la maggior parte delle lesioni. Pertanto è bene rimandare il controllo a 6 mesi dal termine dell’allattamento. Nella lettera di invito sono presenti anche i riferimenti telefonici per poter comunicare l’effettuazione autonoma dell’esame in altri centri in modo tale che la segreteria
regionale possa riprogrammare l’invito.

Come funziona lo screening e quali sono i motivi di richiamo per approfondimento diagnostico?
Le donne ricevono un invito cartaceo tramite posta e si presenta in un determinato giorno nel centro più vicino per effettuare la mammografia. Nell’invito vi sono anche i riferimenti telefonici necessari per chiedere un cambio di data o di orario. Il giorno dell’esame la donna incontra il tecnico di radiologia che raccoglie le prime informazioni anamnestiche ed esegue la mammografia. Il tutto si svolge in circa 15 minuti. La mammografia acquisita viene quindi analizzata da due medici radiologi, in doppio cieco e cioè separatamente e senza confrontarsi tra loro. La lettura non è immediata dato l’elevato numero di mammografie acquisite ogni giorno.
Per le mammografie che non evidenzino lesioni arriverà una risposta cartacea via posta, mentre per le mammografie dove è necessario eseguire approfondimenti un operatore avviserà telefonicamente le pazienti invitandole a presentarsi per eseguire ulteriori accertamenti. Questo richiamo genera non poca ansia ma è giusto dire che i motivi di richiamo possono essere molteplici e non necessariamente sottendono la presenza di un tumore. In alcuni casi è necessario eseguire qualche altra proiezione mammografica o l’indagine ecografia per poter analizzare correttamente la mammografia. Purtroppo non sempre il seno è ben leggibile alla sola mammografia, ricordiamo i cosiddetti seni densi, così come si possono creare false immagini date dalla sovrapposizione di tessuti normali. Questo ad esempio è uno dei motivi che può portare ad essere richiamati anche in assenza di tumore.
Mi sento pertanto di dire alle pazienti di effettuare i controlli ed eventuali approfondimenti con più serenità e come si suol dire a non a fasciarsi la testa prima di rompersela.

Quali sono gli strumenti tecnologici utilizzati e le diverse fasi e metodiche oggi utilizzate per
raggiungere una diagnosi (incluso biopsie)?
Le metodiche strumentali maggiormente efficaci e diffuse sul territorio comprendono l’ecografia, la mammografia, la tomosintesi e la risonanza magnetica.
L’ Ecografia, viene effettuata dal medico, che oltre ad utilizzare la sonda ecografica ha modo di vedere la donna e quindi di percepire già con l’esame obiettivo la regolarità delle mammelle o la presenza di alterazioni cutanee, di sentire con mani la consistenza e la mobilità di eventuali reperti ed infine attraverso l’ecografia di vedere in vivo forma, margini di eventuali lesioni nonché segni di vascolarizzazione o di infiltrazione delle strutture circostanti.
La Mammografia, è una radiografia della mammella. Viene eseguita dal tecnico di radiologia ed analizzata dal medico radiologo. La mammella viene compressa per pochi secondi al fine di ridurre lo spessore, distendere le strutture parenchimali e ridurre la dose radiante. L’esame
consente di individuare le micro-calcificazioni e in mammelle adipose lesioni anche molto piccole.
Nei seni dove invece è più sviluppata la componente ghiandolare rispetto al grasso, i cosiddetti seni densi, la sensibilità diagnostica si abbassa ed è spesso necessario completare l’esame con l’ecografia.
La Tomosintesi è una particolare radiografia in grado di riprodurre singoli strati della mammella, evitando il problema della sovrapposizione delle strutture ghiandolari e consentendo con una dose leggermente più elevata quindi una maggiore sensibilità e specificità.
Infine La risonanza magnetica che sfrutta il principio della neo-vascolarizzazione tumorale mettendo in risalto le zone più avide di mezzo di contrasto. È un’indagine molto sensibile, ma non altrettanto specifica. Ciò vuol dire che individua non sono i tumori maligni, ma anche tumori benigni come fibroadenomi o processi non tumorali, quali focolai infiammatori e aree di aumentata stimolazione ormonale. Per quest’ultimo motivo va eseguita preferibilmente nella fase follicolare del ciclo, dal 7 al 14 giorno contando dal primo giorno di ciclo e solo in centri che dispongono di apparecchiature adeguate e personale e preparato, in grado di integrare le informazioni delle indagini di primo livello, mammografia ed ecografia, per una accurata caratterizzazione. Consente di ottenere tante informazioni utili non sono nella diagnosi, ma anche nel monitoraggio della risposta tumorale ai trattamenti farmacologici.
Individuata una lesione dubbia o sospetta, il passo successivo è quello di campionarla.
Le lesioni visibili all’ecografia, alla mammografia ed alla RM verranno campionate utilizzando come guida la metodica più semplice, economica e meno stressante per la paziente, ossia l’ecografia. Le lesioni che si individuano solo alla mammografia, come ad esempio microcalcificazioni o distorsioni, verranno campionate utilizzando la mammografia come guida in
quella che viene definita biopsia stereotassica o meglio conosciuta come Mammotome, che è il nome commerciale del primo strumento di biopsia immesso sul mercato. Oggi ne abbiamo disponibili anche di altre aziende. Le lesioni visibili solo in RM verranno campionate attraverso
una biopsia RM guidata. Per quanto riguarda il tipo di campionamento invece dobbiamo distinguere l’agoaspirato dalla biopsia. L’agoaspirato che si effettua con un ago sottile, consente
un’analisi citologica, basata su singole cellule. La procedura è semplice ed economica ma non sempre risolutiva e non in grado comunque di fornire parametri biologici importanti per capire la velocità di crescita delle lesioni o il loro profilo genetico necessario ad impostare una corretta terapia, qualora si debba iniziare la chemioterapia prima della chirurgia.
Per questo tipo di analisi servirà la biopsia, che consente di prelevare frammenti di tessuto che si prestano ad un’analisi micro-istologica.
Tutte queste metodiche rappresentato l’armamentario del Radiologo senologo che rappresenta l’unico specialista in grado di utilizzarle tutte e pertanto l’unico specialista in grado non solo di individuare la lesione ma anche di campionarla, fornendo in questo modo alla donna una
diagnosi precisa ed avviandola verso il trattamento o la sorveglianza.


La Breast Unit  cos’è perché nasce e i grandi vantaggi che offre alle pazienti?
La donna che avverte un nodulo al seno o alla quale viene dato un semplice referto di sospetto inizia un percorso che può essere molto complicato. A quale specialista mi rivolto? Al chirurgo? All’oncologo? Per evitare quella che veniva definita negli anni Novanta “la Storia infinita” sono nati i centri di senologia, o Breast unit, ove tutti gli specialisti senologi, dedicati quindi alla patologia
della mammella sono presenti ed interconnessi tra loro. Radiologo, patologo, chirurgo, oncologo radioterapista sono in collegamento tra loro ed analizzano il singolo caso da tutti
i punti di vista. La struttura interconnessa e l’analisi basata sullo scambio di informazioni tra diversi specialisti rappresenta un vantaggio per la donna, non solo in termini di facilità di percorso e rapidità di esami di approfondimento e di cure, ma anche in termini di sopravvivenza.
Diversi studi dimostrano che una donna seguita all’interno di una breast unit ha una probabilità di guarigione maggiore del 20% rispetto a quelle seguite in centri non organizzati in tal senso.


Ruolo degli specialisti del supporto
Al fine di poter abbracciare la donna a 360° nelle breast unit vengono inserite sempre più figure professionali di supporto in grado di affrontare con la donna tutte le problematiche derivanti dalla malattia. Fisioterapista, psicologo, nutrizionista e persino l’esperto in estetica funzionale oncologica sono figure in grado di affrontare ed alleviare i disagi che la donna si trova a vivere in
seguito alla diagnosi ed al trattamento del tumore al seno. In questo contesto si inseriscono anche le associazioni a tutela dei pazienti oncologici.

Ecco, a questo riguardo qual è Il ruolo delle associazioni e come nasce Prevenzione Donna,
che tra l’altro si è impegnata attivamente anche durante l’emergenza Covid?
Le associazioni a tutela dei diritti dei cittadini come le organizzazioni di volontariato giocano un ruolo importante nel supporto dei pazienti oncologici offrendo loro servizi che non rientrano nei livelli minimi di assistenza ma che risultano comunque importanti. Attraverso le raccolte fondi le associazioni sono in grado di fornire assistenza e servizi ai pazienti e rappresentano anche un aiuto per le Regioni nel combattere determinate malattie. Confrontarsi con pazienti che hanno vissuto ed affrontato la stessa malattia, impegnarsi in attività ricreative, avere assistenza fiscale o un aiuto nelle più piccole faccende domestiche consente alle pazienti di affrontare e superare momenti davvero difficili.
Prevenzione Donna, guidata Sonia Tancredi, Medico anestesista del Policlinico, è un’organizzazione di volontariato senza scopo di lucro che nasce pochi mesi fa con questi obiettivi e con l’intendo di aiutare le pazienti ad affrontare tutti quei problemi non strettamente medici.
Organizziamo giornate di informazione, di confronto, attività ricreative. Ci sosteniamo, ci facciamo compagnia, ci aiutiamo reciprocamente. I nostri volontari sono spinti da una grande motivazione e voglia di fare. L’intento è di non lasciare nessuno solo e purtroppo vi sono tante pazienti che si trovano isolate. L’emergenza Covid non ci ha fermato per niente. Abbiamo aiutato le persone in difficoltà a fare la spesa o pagare le utenze e in più ci siamo rivolti anche al personale sanitario, fornendo loro dei presidi di sicurezza. Nelle settimane scorse abbiamo donato 100 scudi facciali a tutti gli operatori sanitari di molti reparti covid del Policlinico di Bologna e questo lunedì ne forniremo altre 100 per colmare le richieste pervenuteci.
Questo perché secondo noi definire eroi il personale sanitario non basta, ma bisogna anche impegnarsi a dimostrare con i fatti quella che è la nostra gratitudine. Reperire questi presidi non è stato e non è facile ma ci siamo impegnati molto e ce l’abbiamo fatta. Il tutto è stato possibile grazie alle donazioni dei nostri soci, volontari e simpatizzanti che hanno mostrato più che senso civico un enorme spirito di solidarietà. Il nostro prossimo obiettivo è quello di aiutare a finanziare un progetto di estetica funzionale oncologica che possa dare gratuitamente alle pazienti un servizio professionale in grado di contrastare tutti gli inestetismi derivanti dalle terapie chirurgiche ed oncologiche e che a loro volta impattano sulla sfera emotiva e familiare della donna. Come accade in altre realtà vorremmo donare macchinari di ultima generazioni, arredi confortevoli per i luoghi di diagnosi e cura ma anche unità mobili per portare la prevenzione nei luoghi di lavoro o metterle a disposizione per le fasce d’età non coperte dallo screening mammografico. E penso soprattutto alle donne più giovani dove un’eventuale malattia risulta
avere un impatto socio-economico notevolmente maggiore.
Ci rendiamo conto che sono obiettivi difficili da raggiungere ma siamo molto determinati, determinati, pronti ad impegnarci e sicuri di farcela.